Chi è "Leppagorre"?...

Benedetto e maledetto demone!...
Socrate il δαίμων ce l'aveva in testa e l'accompagnava e lo consigliava fin da quand'era bambino.  
Filemone prendeva a braccetto Jung e gli parlava, gli parlava...
Il duende ballava nella musica gitana e nei versi di Garcia Lorca, demonietto di fuoco, sangue e gelsomini...
Ma chi come me, povero tapino, il demone se lo porta nella panza?
Eccolo, il malefico:


Indossa, così per vezzo, un grembiale da cucina, la classica parannanza da sora Jole e, dal taschino vi spuntano, come le penne del secchione, un cucchiaio di legno e una forchetta.
Ovviamente intonsi e mai usati, visto che poi sono io a cucinare e che alla fine è con me che mangia.
Anzi, in me, dovrei dire…
Adora spolverarsi le zampacce di farina per far vedere che dà una mano ma, alla fine, le mani nell’impasto le devo mettere sempre io.
I suoi occhioni verdastri già luccinano nel buio quando sente nell’aria una concentrazione di saccarosio pari al 10% per metro cubo.
E che fare quando vede qualcosa nella credenza e dice, festoso e garrulo come un bambinetto:
-  Dài, facciamolo! E su, dài, dài, dài..
E tu:
- Tesorino mio bello, se sto a sentire a te arriverò ai cento chili in due giorni, se non schiatto prima
Una volta, due, tre... poi prendi il un mestolo e... no, non te lo suoni sulla panza ma ti metti all'opera.
E mentre muovi le mani, mescoli un impasto, aggiungi con perizia peciona gli ingredienti lui, seduto come un pappagalletto sulla spalla del pirata che fa?
Canticchia le sue canzoncine, lui. Mica aiuta! Tsé...
Sta lì, seduto sulla mensola delle spezie e mi aiuta, così dice lui, a dosare gli ingredienti e a calibrare le dosi.
Con quali esiti lo possiamo tutti immaginare.
Fosse per lui nella pasticcera andrebbero due etti di zucchero per uovo, e spaghetti ajo e ojo vuol dire aprire e finire un pacco di pasta da mezzo chilo.
Insomma, nun se regola
E quando vede qualcosa di commestibile che lo istiga e lo ispira (come dice lui…) eccolo partire alla carica:
- Quello, quello, su su, dài, dài, un dolcetto piccino piccino... E su, e su...
È pure lagnoso, 'sto begalino!
Meno mane che non è meschino e pusillanime come tanti demoni che hanno solcato questa nostra terra disgraziata.
Non è dispettoso come i leprecauni o fastidioso come i monacelli; non urla a mo’ di sfiga come una banshee e nemmeno sbatte gli oggetti dappertutto come uno spiritello da poltergeist.
Lui sta lì, in cucina, e aspetta il momento buono per mettere bocca, e se potesse la metterebbe in tutti i sensi, come un babbuino che abbia imparato ad aprire il frigo…
Dirige, commenta, pontifica, spesso critica, come la peggiore delle suocere.
Sereno e impassibile, ieratico come un gatto, e come un gatto ruffiano come pochi esseri al mondo.
Spesso, propio come fanno i gatti, scompare per un po’. Sospetto per dare un attimo di respiro all’ospite…
Guai a dire padrone, eh? ci mancherebbe!…
Magari va a trovare altri demoniacci come lui, esseri che l’uomo e la letteratura hanno chiamato in molti modi, esseri che che ci accompagnano e spesso ci tormentano dacché siamo esseri umani.

- Non far finta di comparire e scomparire come il gatto di Cheshire.
- Chi???...
- Vabbè, va’... lascia perdere... Lo stregatto. Conosci?
- Ahhh... sì, certo! Un mio vecchio amico di briscola!
- Briscola?... Tu, lo stregatto... e chi altri?
- Oh, beh, per un certo periodo anche Behemot. Sai, il demoniaccio dispettoso del "Maestro e Margherita"...
- So bene chi è. E che è successo, poi?
- Beh, te lo puoi immaginare, no? Barava come un malandrino da osteria portuale, il malefico, e faceva comparire due o tre volte a vantaggio suo l'asso di denari!
- Ah, ecco...
- E quindi ora gli abbiamo dato l'aut-aut.
- Certo, da due galantuomini come voi... Mi sa tanto che a barare siete tutti e tre, voialtri!...
- Tre? E Romeo dove lo metti?
- Romeo? Chi, il gatto del Colosseo? Ma non era irlandese?
- Sì, della Garbatella!... Devi vedere come parla romanesco, lo sgrinfio!...

oppure:

- Beh? Dov’eri ieri sera? Ormai mi tormrnti così spesso che quando non ci sei la cucina mi pare vuota.
E lui, con la noncuranza di un gatto:
- Oh, nulla di che, una scala quaranta con Church…
- Ma chi, il gatto zombie di “Pet Sematary”?!…
- Sì, proprio lui… ma abbiamo fniito prima del previsto. La sua compagnia è di una noia mortale…

Ma non potevo essere invaso dal genio della scienza, come Charles Darwin; della matematica, come John Forbes Nash jr; della pittura, come Vincent Van Gogh; della musica, come Franz Schubert e Janis Joplin; della letteratura, come Fernando Pessoa o Marina Cvetaeva; del sesso come Ilona Staller?...
No, io il demone ce lo dovevo avere nella panza...
Meno male che, da qualche tempo, la voce della ragione mi ha spinto a comprare degli stampi da 14 cm di diametro.
Stando da solo sarebbe impensabile consumare in tempi umani una tortona da 24 cm...
E che ti fa il malefico Leppagorre?
Si convince sì a usare gli stampi da 14 cm... ma due insieme!
E poi impila le due torte con una bella farcia al mascarpone e panna....
- Arghhh.... Maledettooo...
- Su su, bbono... stai bbono, sinnó mi vien voglia di aggiungere anche una bella glassa al cioccolato, eh?
- Ari-Arghhh...

Ma poi, anche se mi lamento spesso della sua magnifica presenza, alla fine mi fa compagnia, mi istiga, mi ispira, mi spinge a provare, a sbagliare anche, ma a muovermi. E non è poco…
E poi, come solo sanno fare i bambini o gli animali, sa sempre come arrivare al centro di me stesso, carezzarmi l’anima quando sono avvilito, riportarmi alla mente un sapore, un odore, un ricordo quasi perduto quando vivo troppo in fretta e arrivo a dimenticarmi anche di me stesso…

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