lunedì 7 gennaio 2013

Dado (di Trittico) fatto in casa

Il dado è uno dei primi figli dell'industria alimentare: addirittura dal 1850, per mano (e bracci meccanici) del barone von Liebig, pace all'anima sua...
Se il pane abbiamo continuato a farcelo in casa fino a qualche decennio fa e le merendine non sapevamo neppure cosa fossero fino agli anni '70, il dado invece era già ampiamente diffuso in ogni famiglia.
Ecco, non so da quanto tempo non ne compro più eppure, a volte, quando devo fare una minestrina al volo o quando devo dare un po' di sprint allo spezzatino ne sento sempre la mancanza.
Magari non tanto del concentrato di carne, quanto di un po' di verdura sempre pronta, anche solo del Trittico (1), il vero passe-partout della cucina italiana.
E lo credo: sai quante volte manca il sedano, o la carota?
Il sedano, soprattutto, manca sempre: ne compri un cespo e si ammoscia miserrimo in frigo o si secca all'aria nel giro di due giorni e quindi, giocoforza, prende l'inesorabile via del secchio.
C'è chi il dado vegetale se lo prepara in casa, frullando le verdure e facendole ridurre a fuoco basso per due ore e passa, per poi chiuderlo in vasetti sterilizzati.
Ma non mi va di usare il forno per ore per ottenere una poltiglia dall'aspetto dissenterico.
Qui ci vuole un rimedio della nonna.
Anzi, ci vorrebbe davvero una nonna, a dire il vero...

Una del tipo:
- Allora, bello de nonna, prenni un po' de verdure, in uguale quantità.
- E che ci metto, nò? (2)
- Fai mezzo chilo tra carota, sedano e cipolla. Trita bbene tutto. Sì, io usavo la mezzaluna, ma mo' coll'artite che me ritrovo... lassa perde, nun se ne parla. Mo' uso er robbótte.
- Er che?!?
- Er robbòtte, no? Sto cazzimperio (3) qqua.
- Ah, il robot da cucina!...
- E io che ho detto? Mo er rincojonito sei diventato te? Ah, annamo bbene!...(4)
- E poi, nò?
- Poi mettice anche er prezzemolo che, come dice er nome stesso, sta sempre indapertutto. Un po' come 'a dirimpettaia, l'animaccia sua, che pare che de le rogne sente la puzza da lontano, e sta sempre llì a mette bbocca....
- Mh, vabbè, nò... E poi?
- Ecco, metti tutto in una ciotola e aggiungi il sale fino. Pe mezzo chilo de verdura un etto, circa.
- Quindi il 20% del peso della verdura...
- Sì, vabbé, come dici te... Mentre stai a fa tutto st'ambaradamme (5), avrai fatto bollì pe dieci minuti un barattolo, e pure er coperchio.
- Così lo sterilizziamo e stiamo tranquilli.
- Sì, così pe sei mesi stai apposto ccosì.
- Bene, nonna bella, grazie.
- Prego, bello de nonna, anzi, visto che esci, me sposti la machina de tu nonno? che, l'animella sua, è rincojonito forte e m'ha chiuso er foristrada. Si dopo devo annà al centro commerciale me tocca svejallo e figurete: già nun sa 'ndo sta de casa...

Fuoristrada?... Centro commerciale?...
Ah, ecco, lo dicevo io: stavo sognando a occhi aperti, come sempre...
Altro che nonna sprint!
Però la ricetta è valida lo stesso, eh?
Se ne usa un mezzo cucchiaino scarso ogni tazza d'acqua, e si ottiene un effetto "minestrina de nonna" che non è niente male.
Poi lo possiamo utilizzare anche come battuto all'italiana, da soffriggere assieme alla pancetta o quant'altro.
L'unica avvertena è di ricordarsi di non salare ulteriormente, sennó...


Anzi, me ne viene in mente una versione per arrosti, spezziatini o involtini:
Ad un bicchierino del nostro dado casalingo aggiungere:
- due foglie di lauro e una decina di foglie di mirto
- qualche bacca di ginepro, e qualcuna di mirto
- due chiodi di garofano
- aglio in polvere
- la solita accoppiata del momento: cumino e coriandolo in polvere (poco, la punta di un coltelllo)
- qualche grano di pepe.
Le quantità sono approssimative, visto che possono variare a seconda dei gusti (io avrei aggiunto tanto, tanto pepe, per esempio...)
Tritare le foglie, le bacche e aggiungerli al trito di Trittico.
Chiudere in un barattolino (ne avevo uno piccino da omogeneizzato, grazie a Babà...) e conservare al buio della credenza.
Al momento di cuocere la carne se ne può usare usarne mezzo cucchiaino per ogni mezzo chilo.
O anche di più, se si vuole, ma resta il fatto che, anche qui, ci si deve ricordare di non salare ulteriormente.


Note (necessarie, stavolta...)
1) Il Trittico è, lo ripeto ab nauseam: carota+cipolla+sedano.
2) sta per no(nna), visto che qui a Roma tronchiamo tutte le parole, perché ce fa fatica parlà pe intero...
3) Oggetto ingombrante e di cui si ha poca dimestichezza nell'uso. Di difficile classificazione, lo si potrebbe tradurre come la classica black-box...
4) Esclamazione tipica romanesca, versione popolana del "Signora mia!...", reso celebre dalla grandissima, ineguagliata, mitica Franca Valeri. La Sora Cecioni, col suo instancabile telefono, è un personaggio immortale della nostra televisione. Qui alcuni suoi filmati. Da assaporare con le lacrime agli occhi...
5) Sinonimo di gran casino, baillamme e confusione totale. Da Amba Aradam, luogo dell'Etiopia che l'esercito italiano cercò di conquistare nel 1936 con grande dispiego di armi chimiche (non lo sapevate, vero? Leggetevi le ricerche di Angelo Del Boca su quanto poco siamo stati, in quel caso, brava gente...)

Detto romano del giorno
Nun pijà l'acqua cor canestro.

perché sarebbe...
Un cazzo e tutt'uno

Oggi ascoltiamo
Giuni Russo - Lettera al Governatore della Libia

http://www.youtube.com/watch?v=tQCWPzL_00c

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