domenica 1 luglio 2012

Quiche... nefrega!

Ovvero: Quiche (con pasta brisée alla curcuma) al formaggio.

Ecco: parti per una gita fuori porta, ti invitano al volo degli amici a cena, vuoi passare un capodanno in strada cuore a cuore con l’amore tuo o, semplicemente, vuoi riciclare quelle verdure che, se aspettassero ancora in frigo inizierebbero a camminare da sole? Sono tutte scuse per deliziarci con una quiche, che altro non è che una crostata salata.
Si compone infatti di un involucro di pasta brisée, parente prossima della frolla (ma priva di zucchero e tuorli) e un ripieno composto da... tutto, veramente tutto quello che vi venga in mente.
...
Vieni qui! Qui, t'ho detto!... Essere malefico...
- Ah ah ah curcuma, curcuma, curcuma ovunque! Come se piovesse! Ah ah ah Qui, e anche qui, qui... e qui!
Ecco, lo sapevo: m'è impazzito Leppagorre...
Che impazzisca io poco di nuovo, si sa, ma che impazzisca una parte dissociata di me, beh, questa è una bella novità... Mannaggia la pupazza, ma come devo fà?
Vieni qui, dammi 'sto barattolo, e non spargere curcuma per tutta la cucina, lo sai che è un colorante tenace e se poi ci ritroviamo le pareti chiazzate di giallo-arancio sai che bellezza?...
Curcuma nella brisée?... Ma che ti viene in mente, dico io!... Che ti viene in mente... Però... Quasi quasi...

Per una teglia da 20 cm di diametro:

200 g farina
100 g burro
1 cucchiaino raso di curcuma
sale e acqua q,b.
Stesso solito procedimento della frolla: sabbiatura, aggiunta di acqua quanta ne serve da legante, mescolamento veloce, senza amalgamare troppo... e via appallottolato in frigo per la canonica mezz'ora.

Prepariamo il ripieno:
300 g emmenthal
150 g panna da cucina
150 g pancetta a dadini
2 uova
una punta (di cucchiaino) di noce moscata (appena appena, sennó l'effetto "infima rosticceria" è assicurato)
pepe e, se vi va, ma proprio se vi avanzano e non sapete cosa farci, anche 50 g di olive nere. Snocciolate!
In una ciotola tagliare il formaggio a pezzetti, aggiungere la panna, le uova leggemente sbattute, noce moscata, il pepe e la pancetta. Mescolate bene e tenete in frigo mentre stendete la pasta.

Passata la tempesta
odo Leppagorre far festa...

- È ora, è ora! Su, che si inforna!
A bello de casa, fuori fa un caldo che soloddiolosa, tra un po' arriva pure Caronte (ma che è 'sta mania di personalizzare ogni sussulto della nostra Crudele Matrigna? Boh...). E datti pace, figlio mio!...
- Allora prepari anche un'altra cosina, così accendi il forno una volta sola, no?...
Diabolico e convincente, come sempre, Leppagorre mio...
Seduce fingendo indifferenza e noncuranza e sa sempre, alla fine, cosa dire...
E il fatto è che ha ragione anche stavolta.
Vabbè... tanto la linea è è definitivamente curva e l'unica speranza di sfilare sarà in un atelier di orsi polari, quindi: via col tango!

Prendete l'impasto, stendetelo su un piano aiutandovi con un po' di farina.
Rivestitevi il fondo e le pareti di una teglia (1) e, se vedete che fa troppo caldo e tende a smollicchiarsi tutto l'ambaradam, mettete in frigo per qualche minuto e poi sistemate bene l'impasto rassodato.
Versare il composto nella scorza, livellando bene.
Qui si aprono due strade, entrambe valide.
Una dice: ripiega i bordi della sfoglia come per una crostata e lascia così, en plain air, il composto, che cuocerà assumendo un bell'aspetto dorato. Non serve altro che infornare.
L'altra fa: ma vuoi mettere anche una sfoglia di copertura, che racchiuderà il contenuto saporito in una bella scorza friabile? Ecco, la stendi, ripieghi verso l'interno i brodi della pasta e la premi leggermente per sigillarla.
Basta poi che bucherelli la superficie e la spennelli con un po' d'albume...
Fate come credete, io (anzi Leppagorre) avevo altro in mente, quindi l'ho lasciata "scoperta".

In forno, orsù, per 30 o 40 minuti almeno, dopo di che far raffreddare per bene prima di trasferire su un piatto da portata, se no rischiate lo scatafrombolamento di tutta l'opera d'arte.
Si consuma tiepida, o anche fredda, anzi per farla un po' rassodare viste le temperature di questo periodo le do una passatina di frigo, tanto per gradire.


E questa è la versione con le olive nere, che rende davvero ardua la scelta.


Fate una cosa, allora: preparatele tutte e due e portatele a cena d'amici.
A proposito di cene... In un certo senso, anche il timballo luculliano descritto nel Gattopardo è un parente prossimo della quiche, anzi, a dire il vero, è proprio una mega-quiche coi fiocchi. Andatevelo a leggere, va...

Detto romano del giorno:
Mozzico de pecora nun sbucia la pelle.

Morso di pecora non scalfisce la pelle.

Oggi ascoltiamo:
Jimmy Sommerville - Coming

http://www.youtube.com/watch?v=pp-SYRSyMvE
"Sto arrivando, sto arrivando... e infine sarò libero"...
Avete mai visto il film Orlando di Sally Potter? Beh, fatelo. Ne vale davvero la pena...
Il romanzo di Virginia Woolf ha finalmente uno scenario degno, accompagnato dalle musiche conturbanti e ipnotiche della stessa Potter. E poi Orlando ha il volto meraviglioso di Tilda Swinton. Un capolavoro.

(1) Per quanto riguarda le teglie da usare per le crostate e le quiche, a parer mio le migliori sono quelle d'acciaio o quelle di silicone. Gli stampi di alluminiio leggeri sono pratici ma ho notato che tendono a non cuocere bene. Un'impressione mia? Guarda caso tutte le volte è un dramma, che però non si ripete con il silicone o con l'acciaio. Misteri della scienza...

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