giovedì 20 dicembre 2012

Lasagne zucca e salsiccia

Ovvero: la zucca si mette su tutto  (sesta parte)

Si va verso il fine anno e - ma ne dubito - verso il tanto atteso cataclisma.
Si cammina sul filo delle difficoltà di vivere cercando comunque di ridere, amare e godere dei semplici piaceri dell'esistenza.
Si cerca di fare "come se" tutto fosse perenne, permanente e duraturo; come se ogni cosa che lasciamo qui, incisa sulla creta del mondo, possa davvero durare per sempre, in eterno.
E cosa faccio, allora?
Qui, in un accavallarsi di pensieri e ricette, sto ancora a elaborare cosa può essere fatto con la zucca e disquisire con Leppagorre sulla sua inguaribile smania-mania di provare, provare e riprovare fino a "che colesterolo non vi separi".
Non importa, occorre sempre tenere occupata la mente (e le mandibole, se possibile) anche con piccole, futili, cose.
Fare "come se" tutto, ogni minimo gesto, avesse una sua specifica importanza, un fine ultimo e segreto, quando invece di suo -  come ogni cosa - non ne ha, ma ci aiuta solo a tenerci in equilibrio sulla corda.
Come rendere meno amara l' angustia che sedimenta nel fondo?
Come portare uno squarcio di sereno nella cappa scura di un cielo che pesa come un coperchio, di baudelairiana memoria?
Ma che domande, diamine! Una lasagna, no?


La lasagna è terapeutica, più di dieci sedute con il miglior psicoanalista del pianeta; mette di buonumore più di un litro di buon vino (e fa un po' meno male al fegato, se non se ne magnano due chili...); ha il raro pregio di poter essere felicemente mangiata in compagnia ma anche serenamente da soli: è lei a far da compagnia in tavola; è semplice da fare ha il risultato è sempre, e dico sempre, fonte di soddisfazione.
Se il Prof.  Luigi Cavalli-Sforza - che ha dimostrato l'esistenza di una sola razza, quella umana -  dedicasse un'ulteriore e approfondita ricerca sul DNA degli italiani, scoprirebbe come, in uno dei segmenti dell'elica della vita si nasconde la nostra irrefrenabile passione per la pasta ripiena, sia chiusa (i ravioli, i tortellini e i panzerotti) o aperta (le lasagne, i pasticci e gli sformati).
È nel sangue, oltre che nel forno; c'è poco da fare...
Scherzi a parte, qui la possibilità di condimenti è ovviamente infinita, visto che non c'è neppure la limitazione, come per i ravioli,  di quel minimo consistenza che deve avere il ripieno.
È uno di quei pochi piatti che riesce decentemente anche utilizzando la pasta confezionata (fresca o secca che sia), segno che di suo è intimamente e intrinsecamente perfetta...
Potevo forse esimermi dal provarla con la zucca?
Non sia mai!
E voglio anche fare la pasta in casa, tiè.
Mh, guarda 'n po' come sò fatto!...

Per due persone (io e il Mostro, che fortunatamente oggi tace...):

Per la pasta:
100 g farina
1        uovo
sale e acqua q.b.
Impastare con cura, forza e decisone, quindi far riposare per mezz'ora, come sempre.

Per il ripieno:
300 g zucca mondata e grattugiata
1        salsiccia fresca
parmigiano grattugiato, acqua, sale e pepe q.b.

Per la besciamella:
50 g     burro
50 g     farina
500 ml latte
sale, noce moscata e pepe q.b.

Cuocere in un tegame la zucca, con poco olio, sale e pepe.
Aggiungere un poco d'acqua e coprire.
Far cuocere circa 10 minuti, mescolando spesso, quindi lasciar raffreddare.
Preparare la besciamella nel solito modo: sciogliere il burro, unire la farina e lasciar cuocere il roux per qualche minuto.
Non saltare mai questo passo: rende digeribili gli amidi della farina.
Aggiungere il latte e mescolare con la frusta per evitare i grumi, quindi far addensare a fuoco medio, sempre mescolando.
Appena inizia ad addensarsi salare, pepare e nocemoscare.
Se una volta raffreddata sembrasse troppo densa la si può allentare con un poco di latte.

Stendere la pasta, a mano o a macchina (spessore dell'Imperia: 5) e ricavarne dei rettangoli di circa 15-20 cm.
Lessarli a due a due in acqua bollente e salata, dove avrete versato un cucchiaio d'olio per non farli attaccare tra di loro.
Basteranno due minuti, quindi toglieri dall'acqua e metterli ad asciugare stendendoli su un panno.
Bagnare il fondo di una pirofila con un po' di besciamella, quindi iniziare a comporre gli strati: pasta,
crema di zucca, salsiccia sbriciolata, qualche cucchiaio di besciamella e parmigiano; e via di seguito fino ad esaurimento (degli ingredienti, mica il vostro...)
A finire solo besciamella e formaggio.
Cuocere in forno a 180 gradi per 20 minuti, o a doratura della superficie.
A me piace un po' croccantina e abbrustoliticcia, quindi non faccio testo...


Ancora dubbi sui poteri ricostituenti e terapeutici per il soma e la psiche di questo bendiddio?
E sarei io il miscredente?...


Aforisma del giorno
Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio sedere

Montaigne

Oggi ascoltiamo
John Coltrane - My favorite things

http://www.youtube.com/watch?v=UY43yHzgeZM
Ah, i film della nostra infanzia...
Chi non ha visto "Tutti insieme appassionatamente" dove Julie Andrews, dopo la fatata Mary Poppins diventa la governante ideale di una figliata di orfani (di madre e d'affetto)?
Dopo l'iniziale diffidenza, armata solo di una chitarra e tanto amore per la vita, l'ex-suorina solare e canterina conquista tutti e sette i ragazzi, vedovo incluso (naturalmente...), proponendo una perfetta miscela di madre-sorella-amica condita da tanto buon ottimismo (che fa sempre bene).
Nella canzone più nota del film "Le cose che piacciono a me" Maria insegna ai suoi ragazzi che "Se son triste e infelice e non so perché, penso alle cose che amo di più e torna il seren per me!"
Ecco: non avere le cose che ci piacciono, ma amarle e sapere di amarle.
Sapere che queste cose, anche le più banali (che ne so, anche una lasagna...) ci sono e che fanno parte delle nostre gioie, e che pensare ci consola nei momenti bui in cui vediamo solo nero.
Non avere, subito, tutto, ma soltanto amare. E sapere di amare.
Quanta filosofia degna di Fromm può nascondersi anche tra i versi di una canzone per bambini...

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