martedì 11 settembre 2012

Fregola con le arselle... finalmente!

Ma io dico...
Lo so, non è un piatto da tutti i giorni; anche a Roma, d'altronde, mica si peparano i rigatoni co la pajata ogni domenica. Con 'sta brutta storia della BSE, poi...
Lo so, mica si va sempre al ristorante. Qui siamo pure in ristrettezze...
Al massimo una pizza ogni tanto, proprio per esagerare.
Lo so, so tutto, ma ancora mi chiedo, basito: ma come cacchio ho fatto a vivere fino a adesso senza averla mai assaggiata?
Ahó, ma io dico...
So la differenza tra custo, cusso e cuddo, so tutto sulle janas, la filonzana e maskinganna, mi ubriaco di musica sarda da più di vent'anni, conosco "Su patriotu sardu a sos feudatarios" di Francesco Ignazio Mannu (ah, quel Procurate de moderare contro lo strapotere feudale ma, in fondo, contro ogni sopruso, di qualunque ogni tempo...) ma sta benedetta fregola con le arselle non l'avevo provata ancora.
Mi mancavano le cose basilari da "turista" continentale, mannaggia a me.
È anche vero che, a quanto pare, le arselle sono in realtà le telline, ma il Sardegna con sa cocciula si intende anche la vongola.
Quindi mi dico: il pacchetto di fregola sta già in credenza da mesi chiedendo una degna compagnia di sugo e molluschi.
E allora, la vogliamo fare o no?
Le dosi, come sempre sono per due persone... come me, anche se in realtà di porzioni ce ne  potrebbero uscire anche le solite quattro (e con un chilo di vongole, non lo so, eh?).
Ma il mio demonietto direbbe, alzando sdegnamente il muso: TZE!
Occorrono:
200 g  fregola tostata
1 kg    arselle
300 g pomodoro
2 spicchi d'aglio
1 ciuffo fi prezzemolo
olio, sale e pepe q.b

La fregola, se qualcuno non ha avuto ancora modo di conoscerla, è un tipo di pasta di farina di grano duro che si prepara in Sardegna, e appare come tante palline, in genere un po' sbruzzolose (anche se quelle che si vendono al supermercato, essendo fatte a macchina, sono belle lisce lisce).
È parente lontana, ma mica tanto, del cus-cus, e viene preparata in modo simile, a mano, mettendo un po' di farina per volta in un recipiente (sa scivedda) e lavorandola con poca acqua con movimenti circolari, ottenendo delle palline di pasta, che andranno poi tostate in forno.
Viene preparata nei formati a grana piccola (per le minestre, in genere), media o grossa, e la possiamo trovare anche già tostata, pronta per essere cotta nel sugo.

Per prima cosa fate cuocere le arselle a fuoco vivo in una padella con mezzo dito d'acqua, affinchè si aprano.


Scartare quelle che resteranno chiuse e mettetele da parte, conservando l'acqua di cottura in un bicchiere, per farlo decantare.
Preparate quindi un trito di aglio e prezzemolo e fatelo rosolare in una pentola capace con abbondante olio d'oliva. Aggiungete i pomodori tagliati a pezzetti, un paio di bicchieri d'acqua e far bollire per qualche minuto.
Regolate di sale, aggiungere del pepe (non troppo...) e versare nel sugo la fregola.


A metà cottura della pasta unire le vongole e il sugo filtrato, e fate cuocere ancora per una decina di minuti, rigirandola spesso. Se dovesse asciugarsi troppo e risultare troppo densa aggiungete dell'acqua e portare a cottura.
Ora vi avverto: il profumo che invaderà la cucina sarà celestiale e vi verrà voglia di scottarvi subito la lingua nella pentola, come è successo a Leppagorre, tant'è che finalmente qualcosa è riuscita a zittirlo, cosa che solitamente non avviene spesso...
Preparate anche la tavola (per me solo?... Sì, per me solo!) e versare nel piatto questo bendiddio, spolverandolo di prezzemolo tritato.



Devo dire la verità: non mi aspettavo una cosa del genere.
Beh? Non le avete ancora provate? Che aspettate! Su, su, in pescheria! E di corsa!





Detto sardo del giorno
Chie faghe trinta non semper faghe trintunu. 

Chi fa trenta non sempre fa trentuno.

Oggi ascoltiamo
Tazenda - Procurad'e moderare barones sa tirannia

http://www.youtube.com/watch?v=6zYD6CaT7WM&feature=related

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