martedì 19 giugno 2012

Paste dal fondo

Dal fondo degli abissi?
Dal fondo dell'inconscio?
Da quella parte di mondo o della mente che spaura per il buio perenne, per quello che vi si è sedimentato nei secoli e  in una vita, per le minacciose presenze che vi si possono nascondere, pronte ad aggredire e a fare a pezzi?...
Niente di tutto questo.
Mi riferisco, più banalmente, al fondo di cottura, quel saporito intingolo che resta dopo la cottura di un piatto di carne.
Avete preparato il vostro spezzatino, e nonostante abbiate fatto restringere il sugo di cottura ve ne rimane un po'...
Avete preparato un bell'ossobuco alla milanese, ma avete esagerato con il brodo (uh, uh...) e ora vi ritrovate un bicchiere bello colmo di squisito nettare di ciccia...


Che fare? Noi figli della cultura del riciclo e del riuso degli avanzi, siano essi un abito smesso o il sugo che resta dopo un pranzo a base di pasta, non concepiamo neppure che quel bendiddio prenda la via del mare.
Lo guardiamo, lo rigiriamo, l'annusiamo, stiamo un po' a pensare non cosa farne ma quanto altro aggiungervi, e via, scatta la molla.
In questo caso una molletta... Capirai, tutto pronto, carino carino, da scaldare e tuffare sulla pasta. Sai che sforzo.
Non siamo mica nella cucina di Versailles dove i cuochi preparavano a getto continuo pranzi luculliani per quei perdigiorno della corte, mandando a ramengo quintali di cibo (o magari ripropinandoglieli in delicati pâtes...).
Mettete a cuocere la pasta, del taglio che preferite: pappardelle, spaghetti, penne rigate o bomboloni, fate voi.
Se il fondo dovesse essere un po' liquido aggiungetevi mezzo cucchiaino di fecola sciolto in mezzo bicchier d'acqua e portare a ebollizione per farlo addensare.
Se non vi formalizzate aggiungete un cucchiaio di panna da cucina, o un paio di cucchiai di latte.
Pepate, grattatevi... no, non le pudenda, maleducati, vabbè che non siamo a Versailles (dove pure...) ma almeno... no, grattatevi la scorza di poco meno di mezzo limone, e fate insaporire.
La pasta è cotta, vero? Scolate e, rimettetela nella pentola di cottura, schiaffandogli sopra il sughettone nostro bello.
Grattatona di parmigiano, veloce girata e via... nei piatti:




Ah, nel caso del fondo d'ossobuco anche una spolverata di prezzemolo tritato ci sta tutta.
Tirate le tende per fare un po' d'atmosfera, accendete una tealight accendete lo stereo con il brano di Jeff Buckley e godetevi la semplicità della vostra pasta ascoltando quella meravigliosa voce d'angelo.
Perché? Come perché, ma perché voi valete, cacchio!

Detto romano del giorno:
Chi sse perde pe’ ttroppa sapienza, chi pe’ ttroppa ignoranzità.


Oggi ascoltiamo:
Jeff Buckley - Hallelujah

http://www.youtube.com/watch?v=WIF4_Sm-rgQ&feature=related

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